Seneca: la nostra vita non è nulla

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Seneca: la nostra vita non è nulla

Messaggioda admin il 28/01/2010, 9:34

Pusilla res est hominis anima, sed ingens res contemptus animae: hanc qui contempsit securus uidebit maria turbari, etiamsi illa omnes excitauerunt uenti, etiamsi aestus aliqua perturbatione mundi totum in terras uertet oceanum; securus aspiciet fulminantis caeli trucem atque horridam faciem, frangatur licet caelum et ignes suos in exitium omnium, in primis suum, misceat; securus aspiciet ruptis compagibus dehiscens solum, illa licet inferorum regna retegantur. Stabit super illam uoraginem intrepidus et fortasse quo debebit cadere desiliet. Quid ad me quam magna sint quibus pereo? Ipsum perire non magnum est. Proinde si uolumus esse felices, si nec hominum nec deorum nec rerum timore uersari, si despicere fortunam superuacua promittentem, leuia minitantem, si uolumus tranquille degere et ipsis diis de felicitate controuersiam agere, anima in expedito est habenda: siue illam insidiae siue morbi petent siue hostium gladii siue insularum cadentium fragor siue ipsarum ruina terrarum siue uasta uis ignium urbes agrosque pari clade complexa, qui uolet illam accipiat.

traduzione


La vita dell’uomo è una cosa insignificante, ma una grande cosa è il disprezzo della vita: chi l’ha disprezzata vedrà senza turbarsi i mari in tempesta, anche se tutti i venti li avranno sollevati, anche se la marea, in uno sconvolgimento generale del mondo, rovescerà sulla terra l’oceano intero; guarderà senza turbarsi l’aspetto minaccioso e pauroso del cielo solcato dai fulmini, se anche il cielo si squarciasse e mescolasse i suoi fuochi per la distruzione di tutte le cose; guarderà senza turbarsi il suolo che si spacca, spezzatisi i legami che lo tengono unito, se anche si aprissero i regni degli Inferi. Starà fermo, impavido, sull’orlo di quella voragine, e forse scenderà là dove dovrebbe cadere. [5] Che m’importa la grandezza delle forze che mi faranno morire? Lo stesso morire non è una grande cosa. Quindi, se vogliamo essere felici, se non vogliamo essere esposti alla paura degli uomini né degli dèi né delle cose, se vogliamo disprezzare la fortuna che promette cose senza valore e minaccia mali senza importanza, se vogliamo vivere una vita tranquilla e gareggiare in felicità con gli dèi stessi, bisogna tener l’anima sempre pronta: sia che la attacchino gli agguati o le spade nemiche o il rumoroso crollo di grandi caseggiati o lo sprofondamento della terra o la furia devastatrice di incendi che avviluppano in un’unica rovina città e campagne, chi la vorrà se la prenda pure.


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