Seneca: Bisogna sapersi arrendere ai mutamenti della sorte

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Seneca: Bisogna sapersi arrendere ai mutamenti della sorte

Messaggioda admin il 20/01/2010, 9:50

Utrumque infestum est tranquillitati, et nihil mutare posse et nihil pati. Utique animus ab omnibus externis in se revocandus est: sibi confidat, se gaudeat, sua suspiciat, recedat quantum potest ab alienis, et se sibi applicet; damna non sentiat, etiam adversa benigne interpretetur. Nuntiato naufragio, Zenon noster, cum omnia sua audiret submersa: "Iubet, inquit, me fortuna expeditius philosophari." Minabatur Theodoro philosopho tyrannus mortem, et quidem insepultam: "Habes, inquit, cur tibi placeas, hemina sanguinis in tua potestate est; nam quod ad sepulturam pertinet, o te ineptum, si putas mea interesse supra terram an infra putrescam."


Traduzione :

Entrambe le cose sono nocive per la serenità: non poter mutare niente e non sopportare niente. L’animo deve deve essere richiamato in sé da tutte le cose esterne: magari confidasse in se stesso, fosse felice, si contemplasse, si allontanasse quanto può dall'esterno e si rivolgesse in se, magari non sentisse le cose svantaggiose e anche interpretasse le avversità in modo benigno. Annunciato il naufragio,il nostro Zenone, dopo aver saputo che tutti i suoi beni erano stati sommersi, disse ‘La fortuna mi ordina di dedicarmi molto alla filosofia’. Un tiranno minacciava di morte,sicuramente senza sepoltura, il filosofo Teodoro: "Fa come desideri" disse "è in tuo potere mezzo litro di sangue; infatti, povero te, se credi che per ciò che riguarda la spoltura mi interessi marcire sopra o sotto terra".

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